Monfalcone
Monfalcone, in provincia di Gorizia, è la quinta città per numero di abitanti, il secondo scalo marittimo della regione e uno dei principali cantieri navali del Mar Mediterraneo.
Info da PROMO turismo Friuli Venezia Giulia
Monfalcone non è solo un importante polo industriale. La città rivela anche inediti volti storici, come nella rocca di origini medievali, monumento simbolo della città. Al suo interno c’è il Museo paleontologico, con reperti che illustrano la storia geologica a partire da 500 milioni di anni fa.
Su un luogo di antiche pratiche cultuali, sorge invece la Chiesa della Marcelliana, più volte rimaneggiata nel corso dei secoli.
Nei dintorni di Monfalcone, particolarmente coinvolgente è il Parco tematico della Grande Guerra, dove puoi immergerti nel periodo tra il 1915 e il 1918 e passeggiare tra trincee e camminamenti. Il Parco è collegato con sentieri C.A.I. , carrarecce e trincee al Museo all’aperto del comprensorio difensivo della Dolina dei Bersaglieri, al museo all’aperto di San Martino del Carso e al Museo all’aperto del Monte San Michele.
In centro città presso l’edificio restaurato del vecchio mercato coperto ha sede la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, che dal 2004 è entrata a far parte dell’AMACI-Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani, e costituisce uno dei maggiori spazi espositivi dedicati all’arte contemporanea del Friuli Venezia Giulia.
La storia
Il territorio dell’attuale comune di Monfalcone fu sede, in età preromana, di diversi castellieri mentre in tarda epoca repubblicana vennero costruiti, nelle immediate vicinanze dell’attuale centro urbano, degli edifici termali (Insulae clarae). In età medievale appartenne agli Ostrogoti, ai Bizantini, al Ducato longobardo del Friuli, ai Franchi, al Regno d’Italia, al Sacro Romano Impero e a Venezia. Fra l’899 e il 952 subì le incursioni degli Ungari. Nel 967 l’imperatore Ottone I donò Panzano ed altre località al Patriarca di Aquileia, che successivamente ottenne (1077) dall’imperatore Enrico IV anche l’investitura feudale della zona e dell’intero Friuli. Nel 1260Monfalcone fu citata per la prima volta in un atto con il quale il conte di Gorizia Mainardo II restituiva al Patriarca di Aquileia la località, ricevuta in pegno qualche anno prima.
All’epoca era già stata costruita sul monte Falcone, all’interno di un antico castelliere, la rocca, mentre gli abitanti avevano edificato le proprie case ai piedi di tale monte. A causa delle mire dei conti di Gorizia e dei signori di Duino, la città fu circondata da mura all’interno delle quali sorsero il palazzo patriarcale, il palazzo comunale e il duomo. Il distretto di Monfalcone fu rappresentato nel Parlamento della Patria del Friuli, composto da nobili clero e comunità, in cui occupava il settimo posto fra queste ultime. I patriarchi favorirono l’immigrazione a Monfalcone, mediante la concessione di terre, al fine di stimolare la crescita demografica nel territorio.
Nel 1420 la Repubblica di Venezia invase il Friuli e pose fine al potere temporale del Patriarcato di Aquileia. Monfalcone fu presa il 14 luglio di quell’anno, dopo 3 giorni di assedio. Rimase sotto la Serenissima dal 1420 al 1797, nonostante alcune parentesi durante le quali Monfalcone venne controllata da altri Stati. Nel 1472, 1477 e 1499 il territorio subì tre incursioni dei Turchi ma la rocca e la città murata non furono conquistate. Nel 1511 fu occupata per breve tempo dai francesi in funzione anti-veneziana. Ripresa dai veneziani, nel1514 fu espugnata dall’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, che occupò la città murata e distrusse la rocca. Nel 1521, con la dieta di Worms, il territorio tornò a Venezia, che fece ricostruire la struttura difensiva sulla sommità del monte. Con la costruzione della fortezza di Palmanova (1593), il territorio di Monfalcone perse parte della primitiva importanza e non fu più potenziato. Fra il 1615 e il 1617, durante la guerra di Gradisca fra Venezia e l’Austria (detta anche degli Uscocchi), il territorio fu saccheggiato e incendiato, ma la città murata fu salvata dalle artiglierie della rocca.
Nel 1751 fu soppresso il Patriarcato di Aquileia e furono create al suo posto le due arcidiocesi di Udine e Gorizia. Il territorio di Monfalcone fu aggregato ad Udine come tutta la parte veneta, mentre quella austriaca fu assegnata a Gorizia. Nel 1797 i francesi occuparono il monfalconese. Col trattato di Campoformido gran parte della Repubblica di Veneziafu ceduta all’Austria, ma i francesi rimasero a Monfalcone fino al gennaio 1798, commettendo numerosi soprusi. Con la pace di Presburgo del 1805 la quasi totalità delle terre appartenute alla Serenissima, fra cui Monfalcone, l’Istria e la Dalmazia, furono cedute al Regno d’Italia. Con il trattato di Fontainebleau del 1807 fu deciso il nuovo confine fra Regno d’Italia e Impero austriaco sul fiumeIsonzo. Monfalcone divenne così di nuovo austriaca anche se i francesi si riservarono il diritto di attraversarla per raggiungere l’Istria. Ma da questo momento, per la prima volta nella storia, Monfalcone fu staccata dall’area di Aquileia-Udine-Cividale ed entrò a far parte del Circolo di Gorizia.
Con il successivo trattato di Schönbrunn del 1809 Monfalcone fu unita, insieme ai territori a sinistra dell’Isonzo, alle appena costituite Province Illiriche poste sotto controllo francese. Nel 1813 l’Austria riconquistò le Province Illiriche e, con esse, Monfalcone. Successivamente (1825) il distretto di Monfalcone (comprendente i mandamenti di Monastero, Monfalcone, Duino e Sesana) fu incorporato definitivamente nella Contea Principesca di Gorizia e Gradisca e ne seguì le sorti (fra cui l’integrazione al Litorale austriaco, nel 1849) fino alla prima guerra mondiale. Il 9 giugno 1915 la città venne presa dall’esercito italiano, ma a seguito della battaglia di Caporetto (ottobre 1917) tornò in mano austro-ungarica per circa un anno. Al termine del conflitto Monfalcone fu riunita all’Italia.
La città divenne nota agli inizi del Novecento con la costruzione del massimo cantiere navale italiano (attualmente Fincantieri), fondato nel 1908 come Cantiere Navale Triestino dalla famiglia Cosulich (trasferitisi presso Monfalcone dopo la chiusura dei cantieri navali triestini), in cui ancor oggi vengono realizzate navi da crociera e di grosso tonnellaggio. Durante la seconda guerra mondiale (dal 1º ottobre 1943) fu aggregata alla zona di operazione del Litorale austriaco. A partire dal 19 marzo 1944 fu più volte bombardata.
Nella zona di Monfalcone si organizzò la lotta di resistenza ai nazisti, concentrata in particolar modo sul Carso: venne costituita una locale brigata partigiana italiana, e fu in particolare la numerosa classe operaia e la popolazione slovena del circondario ad intraprendere una determinata lotta agli occupatori. La città per 40 giorni fu occupata dalle truppe di Tito. Dal giugno 1945 al settembre 1947, trovandosi ad occidente della cosiddetta linea Morgan, fu sotto amministrazione militare alleata. Con l’entrata in vigore deltrattato di Parigi, il 15 settembre 1947 ritornò definitivamente all’Italia. Unita dal 1923 fino al 1947 alla provincia di Trieste, fu trasferita, in quello stesso anno, alla Provincia di Gorizia.
Fonte: wikipedia