Castello di Avio
Si trova ad Avio, sorge su un rilievo di tipo calcareo e domina la bassa Val Lagarina.
Viaggiando da sud verso nord, quando si entra in Trentino … lo sguardo incontra subito l’altera sagoma del castello di Sabbionara, che prende nome dalla collina di Avio su cui sorge.
Il castello appare come una fortezza medievale imponente, caratterizzata dal mastio che la sovrasta, e che presenta una forma spiccatamente difensiva, col perimetro a sei lati diseguali con raccordo agli spigoli.
La particolare posizione geografica, rende questa collina punto strategico per il controllo alla vie d’accesso tra il mondo mediterraneo ed il nord Europa.
Si presume che tale posizione sia stata sfruttata, con la costruzione di un “punto forte”, sin dai tempi antichi, ancor prima della conquista di Verona da parte dei Romani, evento che risale al 255 d.C.; quindi, ancor prima della costruzione della Claudia Padana e della Claudia Athesina, le due strade poste ai lati del fiume Adige.
Dall’altezza del castello il panorama è ampio e preciso sulla valle dell’Adige, in particolare sulla bassa Val Lagarina ed il borgo di Avio, e fa realizzare di persona il motivo per cui questa collina è stata tanto importante nel corso dei secoli.
Lo stile architettonico è quello castellano trecentesco, con influenze, sicuramente spiccate, dello stile veneto scaligero, una mescolanza che dona gusto e raffinatezza a tutta la struttura.
Passata la torre d’ingresso, quello che si vede è un susseguirsi di edifici e vigneti che compongono il castello inferiore, poi la Casa delle Guardie, la Torre della Picadora e sullo sfondo la facciata del palazzo.
Molto suggestivo, molto affascinante … inoltre, il materiale di costruzione si fonde in una soluzione di grande armonia al colore grigio del calcare della collina, e l’effetto è che mura e territorio siano un tutt’uno.
La Casa delle Guardie, proprietà demaniale della Provincia Autonoma di Trento, è di impronta medievale e custodisce interessanti affreschi, datati metà trecento, che rappresentano il castello nei suoi dettagli, gli attacchi del nemico e la vittoria degli assediati.
All’ultimo piano della torre si può ammirare un altro interessante ciclo pittorico, seppur meno conservato, a carattere profano che rappresenta una storia d’amore cavalleresca.
La Torre della Picadora, che eredita il nome dalle antiche leggende che la vogliono luogo delle esecuzioni capitali, si inserisce nella cortina settentrionale, con ai suoi piedi i gradoni trasformati in terrazzamenti tenuti a vigneti.
Un po’ di storia del castello
– dalla metà del XII secolo è proprietà dei Castelbarco, potente famiglia del luogo tra il Duecento e Trecento, personaggio di spicco della famiglia è stato Gugliemo II, che si ritiene ebbe tra i suoi ospiti anche Dante Alighieri
– nel 1441 il castello passa per testamento ai veneziani, che lo ampliano e lo arricchiscono, decorano la cappella di San Giorgio e la facciata con gli stemmi dei Dogi
– nel 1509 le truppe imperiali di Massimiliano I occupano il castello, i veneziani sono costretti ad abbandonare i possedimenti trentini. L’imperatore fa dipingere le proprie insegne araldiche, dopo di che lo ipoteca ai Conti d’Arco
– dopo un periodo di alterne vicissitudini, dopo che il Principe Vescovo Bernardo Clesio ottiene l’investitura dai quattro Vicariati ( Mori – Ala – Avio – Brentonico), il castello passa alla famiglia Madruzzo. nel XVII secolo il castello torna ai Castelbarco, baroni di Gresta
– nel 1812 i baroni iniziano a smantellare i castello in favore della loro nuova dimora di Loppio, verso la metà del secolo la fortezza viene ceduta
– nel 1937 il Conte Emanuele Rezzonico Pindemonte di Castelbarco, compera il castello che ormai è in rovina
– nel 1977 la Contessa di Castelbarco dona l’edificio al Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), iniziano i lavori di consolidamento e restauro.