Castel Toblino
Il Castel Toblino è un raro esempio di castello lacustre.
Situato nella valle dei Laghi tra Padergnone e Sarche nel territorio comunale di Calavino, in provincia di Trento.
La struttura è arroccata su una piccola e protetta penisola bagnata dall’omonimo lago. La sua collocazione ha evidenti motivi di strategia difensiva che qui sfrutta sia le condizioni naturali del terreno, sia la presenza dell’ importante nodo stradale di collegamento tra Trento e le valli del Sarca e del Chiese. La forma quadrangolare del complesso trova uno dei segni di maggior interesse nel grande mastio di forma circolare, certamente la più evidente delle preesistenze medievali. L’ampia cinta merlata che circonda l’intero complesso e il grande parco circostante la residenza aggiungono un ulteriore carattere distintivo. Attualmente il castello è proprietà privata ed è adibito a ristorante.
Fin dal 1100 il castello fu proprietà di vassalli del principe-vescovo di Trento. La famiglia dei Da Campo ne entrò in possesso nel XIII secolo e dalla fine del 1400 rientrò nell’orbita dei beni vescovili. Passati i secoli di lotta e di contrasti tra le varie famiglie nobili del principato, il castello conobbe gli anni della tranquilla gestione clesiana e madruzziana, periodo al quale sono ascrivibili i maggiori lavori di restauro e trasformazione. Dal XVI secolo Toblino divenne sede periferica della corte trentina. Qui soggiornarono gli illustri ospiti del principe vescovo, si incontrarono i legati pontifici giunti a Trento per il Sacro Concilio e dimorarono molti facoltosi personaggi della corte vescovile.
Il castello deve la sua notorietà, oltre che alla bellezza dell’ambiente, alle numerose leggende che ha suscitato. Secondo una di queste, di origine letteraria e non nata dalla fantasia popolare, Toblino sarebbe stato nel XVII secolo luogo di delizie per Claudia figlia di Lodovico Particella, oriundo di Fossombrone, con Carlo Emanuele, principe e vescovo di Trento e ultimo dei Madruzzo. Risultate vane le suppliche al Papa onde ottenere lo scioglimento dei voti sacerdotali, il prelato si sarebbe abbandonato ad una peccaminosa relazione con Claudia.
Un insieme di leggende relativamente recenti create per eccitare la fantasia dei turisti, vedono Carlo Emanuele cospiratore della morte di Claudia e del fratello Vincenzo, entrambi annegati tragicamente nel lago.
Un’altra più robusta leggenda narra il contrastato amore di Aliprando di Toblino con Ginevra, la bella castellana di Stenico. Una notte, mentre Aliprando rincasava cavalcando lungo un sentiero fu ucciso da Graziadeo di Castel Campo suo rivale in amore.
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(Fonte testo: wikipedia.org)