Val Lagarina
Il nome Vallagarina o Val Lagarina identifica l’ultimo tratto tra i monti della valle percorsa dal fiume Adige.
Il limite superiore è fissato comunemente all’altezza dei “Murazzi”, stretta della valle poco a nord del paese di Besenello, circa 10 chilometri a sud di Trento; a nord di essa la valle prende il nome di Val d’Adige. Il limite inferiore è lo sbocco nella pianura Padana del fiume presso la chiusa di Ceraino. Le parti più a nord della valle in cui scorre l’Adige sono chiamate Val Venosta tra le sorgenti e Merano, e Val d’Adige tra Merano e l’inizio della Vallagarina.
Come la Val d’Adige, anche la Vallagarina è di origine glaciale.
Dal punto di vista orografico la valle separa le Prealpi Bresciane e Gardesane ad ovest dalle Prealpi Venete ad est. Sporadicamente sono presenti fenomeni carsici.
La stessa località è citata da Dante Alighieri nel canto XII dell’Inferno e ricordata in una stele come “la ruina che di qua l’Adige percosse o per tremoto o per sostegno manco”‘ a causa degli enormi massi causati da una grande frana, la slavina dei Lavini, che si abbatté sulla sinistra orografica dell’Adige.
La presenza romana è attestata fin dal I secolo a.C., come dimostrano i resti del Covelo di Rio Malo ai Piccoli di Lavarone, sito archeologico costituito da una piccola grotta di 30 mt di profondità che serviva come postazione per il controllo delle merci in transito.
Con l’avvento del Cristianesimo la valle fu inglobata nella diocesi di Trento. Tuttora è visibile dall’altopiano di Lavarone scendendo verso la pianura veneta (seguendo quella che un tempo era la via dell’ancino) un manufatto di origine naturale detto sass dei 3 vescovi, che serviva a delimitare le diocesi confinanti. Dall’XI secolo, fino all’occupazione napoleonica, la valle è sotto il dominio del Principato vescovile di Trento.
Nel XIII secolo per volere del vescovo Federico Vanga si decise di riconoscere la comunità dei Cimbri, provenienti dalla provincia di Vicenza.
Nel XVI secolo si ripeterono tentativi di penetrazione militare, ed anche culturale, da parte della Repubblica di Venezia, che riuscì a conquistare Rovereto ed a mantenerne il possesso dal 1416 al 1509. La sconfitta nella battaglia di Calliano del 1487 e nella successiva guerra del 1508-1509 posero fine alle ambizioni espansionistiche della Serenissima e riconsegnarono ai vescovi di Trento il dominio sull’intera valle. Tuttora ogni anno a Calliano si commemora la battaglia, nella quale gli schuetzen, i soldati volontari tirolesi, sconfissero i veneziani comandati da Roberto Sanseverino, le cui spoglie furono tumulate nel duomo di Trento.
Nel XIX secolo, con la Restaurazione, la valle passò sotto il dominio austriaco, entrando a far parte della contea del Tirolo. Vi si sviluppò il movimento irredentista. Fu teatro di battaglie durante la Grande guerra, essendovi presenti numerosi forti costruiti dall’Impero Austroungarico per difendere i propri confini. Al termine della guerra passò definitivamente all’Italia.
Fonte: wikipedia
Link:
Dal sito Strada del vino del Trentino
Strada del Vino e dei Sapori della Vallagarina
La Vallagarina, la zona meridionale della valle dell’Adige, l’antica Via Maestra che collega il nord e il sud d’Europa, si è da sempre caratterizzata per la spiccata vivacità culturale. In un territorio favorito da un clima connaturato dall’incontro delle Alpi con la pianura e protetto dal Lago di Garda nasce la prima Strada del vino e dei sapori riconosciuta in Trentino. Essa racchiude geograficamente il territorio che da Borghetto, ai confini con il Veronese, raggiunge Aldeno, collegando in un progetto di turismo integrato, 100 soci: l’obbiettivo comune è far conoscere al turista i luoghi ma soprattutto i cibi e i vini lagarini!
La ricchezza del suolo e di microclimi ha influenzato nel tempo la varietà di prodotti enogastronomici: oltre ai vini la cui produzione supera il 40% di quella provinciale possiamo trovare la carne equina, il vezzena, i formaggi del Monte Baldo, i marroni di Castione e gli ortaggi biologici della Val di Gresta.
In Vallagarina i vigneti, coltivati in ordinati filari, tra un borgo e un castello medievale, riappacificano lo spirito. Il prodotto enoico più rappresentativo è sicuramente il Marzemino, vino gentile per antonomasia. Le cronache narrano essere stato uno dei vini più amati alla corte asburgica, dove probabilmente lo stesso Mozart ebbe modo di apprezzarlo. La tradizione racconta che il musicista conobbe tale vino, quando nel dicembre del 1769 tenne il primo concerto italiano a Rovereto. Mozart, testimonial d’eccezione, diede lustro ante litteram al vino lagarino facendo declamare al suo Don Giovanni “versa il vino, eccellente Marzemino!”
Fonte: Strada del vino del Trentino