Principesca Contea di Gorizia e Gradisca
La Principesca Contea di Gorizia e Gradisca era una antica contea sottoposta alla sovranità della monarchia asburgica.
Era così chiamata per i suoi due maggiori centri urbani, Gorizia e Gradisca.
La Contea di Gorizia divenne parte dei domini degli Asburgo nel 1500 quando il conte Leonardo di Lurngau morì senza eredi. La sovranità degli Asburgo fu interrotta solo brevemente dai Veneziani fra il 1508 e il 1509.
Dal 1512, a seguito della riforma imperiale voluta da Massimiliano I, la Contea di Gorizia entrò nel quindi nel Circolo austriaco del Sacro Romano Impero a sua volta divisa in 16 Capitanati.
Alla morte di Massimiliano I l’impero venne diviso tra Carlo V e suo fratello Ferdinando I; a quest’ultimo spettò la Contea di Gorizia (fu Arciduca d’Austria, Duca di Stiria, Carinzia e Carniola, Conte del Tirolo). Alla morte di Ferdinando I (1564), andò al suo terzogenito Carlo II ed entrò a far parte della Austria Interna.
Nel 1647 la città di Gradisca d’Isonzo venne infeudata come contea a sé stante sotto i conti di Eggenberg ma, nel 1754, Gradisca fu riunificata a Gorizia creando la Contea di Gorizia e Gradisca (Grafschaft Görz und Gradisca); essa confinava a nord col Capitanato di Tolmino (Hauptmannschaft Tulmino) in mano ai Coronini, ad est il Distretto di Idria (Idrianer Bezirk / Der Idrianer Böden)[8] e la Carniola, a sud con la Carniola e l’enclave veneziana di Monfalcone e ad ovest, principalmente attraverso lo Judrio, con la Repubblica di Venezia.
La monarchia asburgica perse Gorizia e Gradisca che fu ceduta ai Francesi durante le Guerre napoleoniche, quando entrò a far parte delle Province Illiriche. Restituita all’Impero Austriaco dopo il Congresso di Vienna, la contea fu inserita nel Regno di Illiria, creato dagli Asburgo nella parte settentrionale delle ex Province Illiriche napoleoniche. Vi restò fino al 1849, quando fu incorporata al Litorale Austriaco insieme a Trieste e all’Istria. Nel 1861 l’area fu ridenominata come la Principesca Contea di Gorizia e Gradisca, costituendo un land separato all’interno del più vasto Kronland austriaco del Küstenland.
Fino al 1918 la contea godette quindi di una notevole autonomia politica, sebbene fosse legata amministrativamente alla reggenza di Trieste. Nonostante la contea facesse parte, assieme alla città di Trieste e al Margravato d’Istria, della regione amministrativa del Litorale Adriatico, Gorizia e Gradisca ebbero, sul piano politico e giuridico, la stessa autonomia degli altri Länder austriaci.
Dagli anni sessanta dell’Ottocento, cominciarono a pesare sulla contea le tensioni e gli antagonismi nazionali che caratterizzarono la vita politica dell’Impero Austro-Ungarico. Essi tuttavia furono meno gravi che in tutti gli altri territori austriaci contraddistinti dalla difficile convivenza italo-slava (Dalmazia, Istria, Trieste): la Contea di Gorizia e Gradisca riuscì infattia mantenere un più elevato grado di coesistenza civile e pacifica. Una delle ragioni risiedeva nella chiara linea divisoria tra le due aree linguistiche (sloveno nella parte settentrionale ed orientale e italiano-friulano in quella occidentale e meridionale) con la città di Gorizia come unico comune lingusticamente misto, in cui inoltre era concentrata quasi tutta la minoritaria popolazione germanofona. Un’altra era la presenza di una radicata aristocrazia che cercò di mantenere una posizione equidistante nei confronti dei vari gruppi etnici. Bisogna infine tenere in conto il fattore religioso: la forte influenza della Chiesa (a differenza della più laica Trieste) e delle stesse tradizioni cattoliche (senza il controverso problema della liturgia slava, fortemente presente in Istria e Dalmazia) rendeva più facile le possibilità di dialogo, soprattutto grazie all’alleanza strategica tra il partito cattolico sloveno e quello friulano che mantennero (salvo occasionali rotture di natura tattica) per tutta l’epoca dell’autonomia provinciale uno stretto rapporto di mutua solidarietà.
Con la dissoluzione dell’Austria-Ungheria che seguì la Prima guerra mondiale, la contea fu abolita e divenne parte della Provincia del Friuli con capoluogo Udine, ad esclusione del monfalconese e di Grado che furono incorporate nella provincia di Trieste, e del mandamento di Bisterza che fu annesso all’Istria. Nel 1927 la Provincia di Gorizia fu istituita con I territori del’antica contea (tranne il distretto di Cervignano del Friuli che rimase in provincia di Udine, nonché i mandamenti di Monfalcone, di Sesana, e il Comune di Grado che continuarono a far parte della provincia di Trieste, e il mandamento di Bisterza che restava alla Provincia dell’Istria). Fu un periodo difficile per questo territorio: infatti il regime fascista mise in atto, fin dagli anni venti del Novecento, un processo di italianizzazione dell’area, che costituiva il confine orientale del Regno. Tale politica si esaurì con la tragedia vissuta dalla popolazione sia durante che dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1945 infatti, le aree orientali dell’antica contea furono cedute alla Jugoslavia e la popolazione di lingua italiana presente in zona, preferì in massima parte abbandonare il paese piuttosto che vivere in un regime dittatoriale a lei ostile. Le città di Gorizia e Gradisca d’Isonzo, rimasero invece all’Italia (regione Friuli-Venezia Giulia). La parte slovena, il cui capoluogo è divenuta Nova Gorica, è conosciuta oggi come Goriška (Goriziano).