FVG: siccità
Agricoltura in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici
Il presidente regionale di Confagricoltura, Cressati, chiede interventi per stimolare gli investimenti delle aziende agricole
«L’ondata di caldo e siccità di queste ultime settimane è un fenomeno eccezionale, ma non stupisce visto che, da tempo, siamo entrati in un quadro climatico che rischia di modificare profondamente l’attività agricola che già si confronta con questi fenomeni estremi e, soprattutto, con due questioni fondamentali: siccità e alluvioni». Lo dice il presidente di Confagricoltura Fvg, Claudio Cressati, che ribadisce come i cambiamenti climatici in atto abbiano hanno avuto notevoli conseguenze. Un recente studio dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, ad esempio, stima che gli eventi legati alle condizioni climatiche estreme nei Paesi aderenti all’Agenzia hanno determinato una perdita economica di 400 miliardi di euro negli ultimi trent’anni. I segni della siccità che sta colpendo molte regioni italiane, Fvg compreso, sono evidenti. Secondo i dati elaborati nei primi cinque mesi del 2017, si sono registrati aumenti delle temperature medie minime e massime nell’ordine di oltre un grado. Le precipitazioni sono calate del 30-33 per cento e l’evapotraspirazione (la grandezza che misura quanta acqua passa allo stato di vapore dal terreno) è aumentata tra l’8 e il 16 per cento rispetto alla media stagionale. Perciò, bene ha fatto la Regione Fvg a dichiarare lo stato di emergenza idrica.
«In tale contesto – continua Cressati – le imprese agricole sono le prime a subire pesanti conseguenze, ma si sono confrontate con i problemi che il cambiamento climatico ha indotto in questi ultimi anni e stanno dando un contributo ad affrontare questa sfida globale. Il settore agricolo è una delle attività produttive più vulnerabili ai cambiamenti climatici, con le relative problematiche di quantità e qualità delle produzioni ed effetti sui redditi agricoli. Ma nonostante questo, l’agricoltura rappresenta uno dei principali strumenti per contrastare fattori di rischio come il dissesto idrogeologico, l’erosione, il consumo del suolo, gli incendi. Pertanto, nell’ambito della strategia regionale e nazionale sui cambiamenti climatici – aggiunge il presidente di Confagricoltura Fvg – deve essere riconosciuto all’agricoltura un ruolo di primo piano, prevedendo opportune misure atte a ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni e a stimolare gli investimenti in agricoltura in genere nonché sistemi irrigui più efficienti».
Nell’immediato, a parere dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, occorre attivare tutte quelle iniziative che permettano di affrontare l’emergenza idrica a partire da un coordinamento di tutti i soggetti coinvolti: la crisi idrica non è solo un problema del settore agricolo, cui spetta la priorità d’utilizzo dopo l’uso umano, ma interessa molteplici funzioni economiche del territorio, dal turismo al settore
Studio Giornalisti
Adriano Del Fabro