La Rotonda
Villa Almerico Capra detta La Rotonda è conosciuta anche come Villa Capra o Villa Capra Valmarana.
Villa veneta a pianta centrale situata a ridosso della città di Vicenza. Fatta costruire da Paolo Almerico, che la commissionò ad Andrea Palladio a partire dal 1566, fu completata dai due fratelli Capra che acquisirono l’edificio nel 1591.
La Rotonda, come divenne nota più tardi, è uno dei più celebrati edifici della storia dell’architettura dell’epoca moderna. Fa parte dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO ed è senza dubbio la villa più famosa del Palladio e, probabilmente, di tutte le ville venete.
Nel 1565 il canonico e conte Paolo Almerico, ritiratosi dalla curia romana dopo essere stato referendario apostolico sotto i papi Pio IV e Pio V, decise di tornare alla sua città natale Vicenza e costruirsi una residenza di campagna. La villa che commissionò all’architetto Andrea Palladio sarebbe divenuta uno dei prototipi architettonici più studiati e imitati per i successivi cinque secoli. Nel corso della sua vita, infatti, Palladio progettò circa trenta ville in terra veneta, ma è questa residenza, senza dubbio ispirata al Pantheon di Roma, che è divenuta una delle sue più celebri eredità al mondo dell’architettura, divenendo in seguito fonte di ispirazione per migliaia di edifici.
Con l’uso della cupola, applicata per la prima volta ad un edificio di abitazione, Palladio affrontò il tema della pianta centrale, riservata fino a quel momento all’architettura religiosa. Malgrado vi fossero già stati alcuni esempi di un edificio residenziale a pianta centrale (dai progetti di Francesco di Giorgio Martini ispirati a villa Adriana o dallo “studio di Varrone”, alla casa del Mantegna a Mantova – o la sua illusionistica “Camera degli Sposi” in Palazzo Ducale -, sino al progetto di Raffaello per villa Madama), la Rotonda resta un unicum nell’architettura di ogni tempo, come se, costruendo una villa perfettamente corrispondente a se stessa, Palladio avesse voluto costruire un modello ideale della propria architettura.
Il sito prescelto fu la cima tondeggiante di un piccolo colle appena fuori le mura di Vicenza. A quel tempo il fascino per i valori arcadici iniziava a spingere molti nobili possidenti a misurarsi con le gioie della vita semplice, malgrado gli aspetti piacevoli della vita a contatto con la natura rimanessero ancora in secondo piano rispetto alla scelta, tutta economica, di orientare gli investimenti verso un’agricoltura di tipo intensivo. Essendo celibe, il prelato Almerico non aveva bisogno di un vasto palazzo (vendette anzi quello che la sua famiglia aveva in centro città) ma desiderava una villa sofisticata, e fu esattamente questo che Palladio ideò per lui: una residenza suburbana con funzioni di rappresentanza, ma anche tranquillo rifugio di meditazione e studio. Isolata sulla cima del colle, questa sorta di originale “villa-tempio” in origine era priva di annessi agricoli.
L’architetto la incluse significativamente nell’elenco dei palazzi, e non tra le ville, nei suoi Quattro libri dell’architettura pubblicati a Venezia nel 1570.
La costruzione, iniziata nel 1566 circa, consisteva di un edificio quadrato, completamente simmetrico ed inscrivibile in un cerchio perfetto.
Descrivere la villa come “rotonda” è tuttavia tecnicamente inesatto, dato che la pianta dell’edificio non è circolare ma rappresenta piuttosto l’intersezione di un quadrato con una croce greca. Ognuna delle quattro facciate era dotata di un avancorpo con una loggia che si poteva raggiungere salendo una gradinata; ciascuno dei quattro ingressi principali conduceva, attraverso un breve vestibolo o corridoio, alla sala centrale sormontata da una cupola. L’aula centrale e tutte le altre stanze erano proporzionate con precisione matematica in base alle regole proprie dell’architettura di Palladio, che egli elaborò nei suoi Quattro libri.
Proprio la sala centrale rotonda è il centro nevralgico della composizione, alla quale il Palladio impresse slancio centrifugo allargandola verso l’esterno, nei quattro pronai ionici e nelle scalinate. La villa risulta così un’architettura aperta, che guarda la città e la campagna.
Il progetto riflette gli ideali umanistici dell’architettura del Rinascimento. Per consentire ad ogni stanza un’analoga esposizione al sole, la pianta fu ruotata di 45 gradi rispetto ai punti cardinali.
Ognuna delle quattro logge presentava un pronao con il frontone ornato di statue di divinità dell’antichità classica. Ciascuno dei frontoni era sorretto da sei colonne ioniche (esastilo ionico). Ogni loggia era fiancheggiata da una singola finestra. Tutte le stanze principali erano poste sul piano nobile.
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(Fonte testo e immagini: wikipedia.org)
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La Rotonda – Veneto – Vicenza