La patata dorata di Guà
Ai confini tra le province di Padova, Vicenza e Verona, nel territorio di quest’ultima, c’è un piccolo comune con poco più di duemila abitanti, Roveredo di Guà, che deve la sua notorietà a una patata, la cui produzione si concentra nei mesi di luglio e agosto.
In questi terreni alluvionali, argillosi, profondi e di colore rosso, appartenenti al bacino attraversato dal fiume Guà, si coltiva con successo una solanacea la cui buccia ha una tipica colorazione giallo oro: da ciò deriva la complessa definizione di “patata dorata dei terreni rossi del Guà”, inserita nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali.
Le varietà coltivate sono la Primura, quella più diffusa, Agata, Vivaldi, Cicero, Monalisa, Liseta e Alba. Comune a tutte è la caratteristica esteriore del tubero dalla buccia chiara, liscia, pulitissima, con la doratura caratteristica che solo poche altre patate possono vantare. A distinguere la patata veneta – ad esempio da quelle del nord Europa, più ricche di amido e fibra ma meno piacevoli al palato – è comunque una qualità complessiva derivante da un insieme di fattori, che vanno dall’impiego di varietà pregiate, alle tecniche di avanguardia nella coltivazione, raccolta e conservazione. Questo ortaggio, infatti, possiede un’elevata gradevolezza alla degustazione, un’equilibrata consistenza al palato ed è versatile nella compattezza, in funzione del tempo di cottura, risultando così apprezzata per molteplici utilizzi in cucina: a fette, per la preparazione di gnocchi, purea, impasti morbidi e torte.
In quest’area del Veneto – che comprende, oltre a Roveredo, i comuni veronesi di Cologna Veneta, Pressana e Zimella, quello padovano di Montagnana e quelli vicentini di Lonigo, Asigliano, Orgiano, Noventa Vicentina, Pojana Maggiore e Alonte) la coltivazione della patata si impose prima per soddisfare i bisogni di consumo familiare, poi, garantendo un buon reddito, come coltura da mercato, soprattutto dopo che gli agricoltori accertarono che le rosse del Guà erano particolarmente vocate allo scopo.
Gli accorgimenti utilizzati dagli operatori per ottenere un prodotto di qualità superiore hanno inizio dalla lavorazione del terreno: in primo luogo, la conciliazione, che prevede solo l’impiego di letame bovino, l’unico a non influenzare il sapore del prodotto; quindi l’aratura, condotta in modo da ottenere il rimescolamento e la consistenza più idonei allo sviluppo delle patate. Inoltre, nella semina, vengono impiegati solo tuberi certificati e la difesa parassitaria condotta con oculatezza, utilizzando il meno possibile i prodotti chimici.
La tutela e la valorizzazione di questo prodotto sono affidate in gran parte all’Appa (Associazione tra produttori di patate, con sede legale a Verona e operativa a Montagnana), che riunisce cooperative e singole aziende e organizza produzione e raccolta di circa 600.000 quintali, gestendone in parte il commercio sotto il marchio registrato “Dorata”. Gli sbocchi di mercato, al di fuori del Veneto, sono in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e in altre regioni dell’Italia Centrale, nonché in Svizzera e in Germania, mercati pataticoli notoriamente esigenti.
Per la “patata dorata dei terreni rossi del Guà” è stato chiesto il riconoscimento di qualità a livello comunitario ed è pervenuta in queste ultime settimane la richiesta agli uffici della Regione Veneto di nuova documentazione per l’ottenimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP).
Fonte testo: Mondo Agricolo Veneto >>>