Castello di Seregnano
Residenza Nobile Fortificata di Civezzano in provincia di Trento
Risale al XIV, si erige a fianco della chiesa parrocchiale di San Sebino, a Seregnano frazione del comune di Civezzano.
In epoca medievale apparteneva alla nobile famiglia dei Roccabruna.
Nel XVI secolo passò a Guarienti che lo fece restaurare. Ma, questo non è stato l’unico intervento subito dal castello.
Splendida la posizione panoramica, da cui si domina la Valle del Rio Silla, l’accesso al paese di Fornace e al Pinetano; tale posizione consentiva il controllo della via che da Cogatti sale verso Seregnano.
Gli interventi sull’edificio originario lo trasformarono radicalmente, cancellando i caratteri medievali per arrivare alla realizzazione di una villa rinascimentale fortificata. Tracce dell’edificio originario si notano nelle due torri quadrangolari.
La grande torre si trova sul lato nord-ovest, si nota l’enorme struttura e le grosse pietre squadrate che poggiano sulla roccia.
Avvicinandosi al portale si notano gli stemmi di Simone Guarienti e quello di Beatrice Thun di Caldes.
Sulla facciata è raffigurato lo stemma di Gerolamo di Seregnano, nell’ androne sono dipinti gli stemmi delle tre famiglie proprietarie del castello: Guarienti, Roccabruna e Consolati.
Dipinti di particolare interesse si trovano nella loggia e su alcune delle porte.
Attualmente è un’abitazione privata, ma si può visitare col permesso dei proprietari.
Tratto da “Architettura nel territorio di Civezzano” di Antonio Marchesi, biblioteca comunale di Civezzano, ed. ARCA
Fra tutte le opere fortificate sorte nel corso dei secoli sul territori civezzanese, il Castello di Seregnano costituisce certamente, dal punto di vista architettonico, l’elemento di maggior pregio ed interesse. Le definizioni che ne danno il Tabarelli e il Gorfer ci sembrano cogliere efficacemente la particolare caratteristica di questa costruzione cinquecentesca: “Si tratta in definitiva di un ibrido, tuttavia interessante esempio di architettura mista”. “E’, una tra le più deliziose residenze nobili fortificate del Trentino” . Se, come vedremo, le vicende storiche possono in parte richiamare quelle di Castel Telvana, quelle architettoniche si differenziano completamente: a Civezzano abbiamo infatti il castello medioevale ristrutturato e trasformato, nel primo Cinquecento, in residenza di villeggiatura, a Seregnano invece una rifabbrica completa (o quasi) che, cancellando praticamente le preesistenze medioevali, porta alla realizzazione di una villa rinascimentale fortificata (“architettura mista”, “residenza nobile fortificata”), una sorta di palazzo munito tipico dell’architettura italiana del XVI secolo. Il castello, sito in splendida posizione panoramica, domina sulla valle del Sina e sulle strade per il Pinetano e Fornace. La sua posizione consentiva inoltre un perfetto controllo sulla via che da Cogatti sale a Seregnano. L’intero e vasto complesso architettonico, un tempo sicuramente cintato da mura, ha condizionato notevolmente lo sviluppo urbanistico del centro storico del paese, relegando gli insediamenti residenziali minori su un unico lato dell’asse stradale che percorre il paese in tutta la sua lunghezza. In epoca medioevale anche il castello di Seregnano appartenne alla famiglia Roccabruna che lo cedette, come castel Telvana, all’inizio del XVI secolo a Simone Guarienti (nobile di Rallo) marito di Beatrice Thun di Castel Caldes. Egli avviò la ricostruzione dell’edificio terminata nel 1561 dal figlio Gerolamo come sembrerebbe attestare lo stemma datato posto vicino al portale della torre dell’orologio (che il Gorfer indica come accesso originario al castello). Il palazzo presenta un impianto planimetrico irregolare, rinserrato da tre torri quadrangolari, fra loro obliquamente allineate, che arricchiscono notevolmente, movimentandolo, il volume dell’edificio. Le due più avanzate (torre della meridiana e torre dell’orologio) incorniciano, con le loro forme slanciate (hanno circa 5 metri di lato), il prospetto principale prospiciente il prato del parco, mentre la terza, “poderoso e unico suggello fortificato della residenza”, dà compimento, con la sua potente mole (10 metri di lato) all’intera composizione architettonica. Cardine planimetrico fra la residenza ed il lungo e basso corpo della «stireria» (addossata in epoca tarda ad un muro di cinta merlato), la torre grande è munita di tre belle caditoie a naso con mensole e cornici in pietra. Al piano terra vi si accede attraverso un portalino architravato cinquecentesco sormontato da uno stemma dei Roccabruna. Nuovi importanti lavori vennero realizzati nel corso del XVII secolo. Un nuovo ingresso al castello (con portale barocco tipico del Civezzanese) venne ricavato in luogo più riparato anche se meno rappresentativo: la nicchia venuta a crearsi a lato della torre grande in seguito alla realizzazione (fra questa e la torre dell’orologio) di due eleganti logge colonnate e architravate sovrapposte che, pur togliendo forza all’immagine castellana dell’edificio, lo impreziosiscono nella sua funzione residenziale. Allo stesso intervento riteniamo appartenga il poderoso portale d’ingresso che dalla piazza dà accesso al cortile del castello. Formalizzato a conci, con stemma Guarienti in chiave (datato 1634), esso rielabora nei capitelli forme tipiche del Cinquecento (si vedano a Civezzano i portali Alessandrini e Mirana).
Passato questo portale (sormontato da due mensole per caditoia) si attraversa un ampio androne voltato e lunettato e si giunge al cortile intorno al quale, oltre al castello (circondato su tre lati da un bellissimo parco), si elevano alcuni edifici colonici; sulle pareti di questi, nell’Ottocento, furono dipinte ad affresco delle architetture neogotiche e una torre di conci squadrati. Una seconda corte, aperta su un lato verso la piazza della chiesa, è formata dalle stalle (voltate a crociera) e dai grandi locali rustici costruiti lungo la strada principale e coperti da una bellissima struttura lignea a capriate. L’accesso a questi ambienti di servizio è garantito da due originali e pittoreschi percorsi coperti sovrapposti, uno dei quali servito da una lunga rampa carrabile.
Il vasto e complesso agglomerato edilizio del castello di Seregnano disegna “un caratteristico ambiente di villaggio” dal quale non è esclusa nemmeno l’antica chiesa di San Sabino. Documentata già nel XIII secolo essa fu ricostruita nel XVI, contemporaneamente alla fabbrica del castello (uno stemma Guarienti datato 1561 è murato nell’abside della chiesa), e quindi ampliata (o riedificata con l’impiego di pezzi di recupero) nel XVII.
All’interno dell’edificio l’arco santo, con capitelli rudentati e sternma Guarienti in chiave d’arco, e un portalino architravato con pietre modanate, entrambi di pregevole fattura squisitamente rinascimentale, restano a testimonianza, insieme al castello, degli imponenti lavori edilizi, in gran parte realizzati nella prima metà del Cinquecento , che introdussero a Seregnano (diffondendolo poi nelle frazioni vicine – Cogatti, Torchio e Roverè) l’uso del nuovo stile che, con la fabbrica clesiana dell’Assunta, aveva repentinamente chiuso il medioevo architettonico locale .