Cadore
Il Cadore è una regione storica italiana, situata nell’alta provincia di Belluno.
Il territorio, interamente appartenente alla regione montuosa delle Dolomiti (dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO), confina con l’Austria (Tirolo e Carinzia), il Trentino-Alto Adige ed il Friuli-Venezia Giulia.
Il toponimo Cadore, come afferma il glottologo Giovan Battista Pellegrini, è di origine celtica e deriverebbe da catu (battaglia) unito a brigum (roccaforte). Potrebbe essere stato il nome dell’attuale Monte Ricco. La prima menzione del nome di Catubrini risale ad un’epigrafe sepolcrale del II secolo ritrovata a Belluno nel 1888, in cui un cives romanus, Marcus Carminius, appare loro ‘patrono’ nell’ambito della tribù Claudia.
Patrono del Cadore, da epoca immemorabile, è San Dionisio Areopagita. Luogo principale di culto è la sommità del monte che sovrasta il paese di Nebbiù, che dal Santo prende il nome e dove, dal 1508, gli è dedicata una chiesetta.
Il Cadore è compreso tra il 46° 17′ 35″ e 46° 41′ di latitudine nord e tra 0° 18′ ad ovest e 0° 28′ ad est del meridiano di Roma. La sua superficie è di 1.427,221 km². Il numero di abitanti (Cadore + Ampezzo) era di 38.587 nel 2004.
Come area o regione geografica (con connotazioni storico-culturali molto radicate), comprende tutto il bacino idrografico del fiume Piave dalla sua sorgente sul Peralba alla località di Termine di Cadore.
La sua linea di confine segue lo spartiacque del bacino come segue:
- Est: partendo da Termine i monti che dividono il Cadore dalla Carnia: il Duranno, la Cima dei Preti, gli Spalti di Toro, il Cridola e la Terza Grande.
- Nord: da Cima Sappada al Peralba fino al Col Quaternà e al Passo di Monte Croce di Comelico lungo le creste di confine (delle quali il celebre Monte Cavallino e il Monte Palombino fanno parte). La linea continua verso il Monte Popera, la Croda dei Toni, le Tre Cime di Lavaredo fino al Monte Cristallo e alla Croda Rossa;
- Ovest: il Cadore è diviso dalla Val Pusteria e della Val Badia dallo spartiacque composto da Croda del Becco, Fanes, Monte Cristallo fino a raggiungere il Passo Falzarego e Tre Croci. Lo separa dalle zone dell’Agordino e dello Zoldano lo spartiacque delle valli dei fiumi Maè e Cordevole composto da maestosi gruppi montuosi quali Nuvolau, Pelmo, Bosconero. In più gli appartengono storicamente il comune di Zoppè di Cadore (val di Zoldo) e Selva di Cadore (val Fiorentina).
Il comune di Cortina d’Ampezzo, nei documenti antichi Ampitium Cadubri (1156), che fa parte del Cadore geografico, fu staccato politicamente dal Cadore (e dalla Repubblica di Venezia) per conquista da parte di Massimiliano d’Asburgo nel 1511 ed è rimasto fino al Trattato di Saint Germain (1919) sotto l’impero asburgico (Tirolo), maturando una propria identità ampezzana, anche se la lingua ladina di Cortina e quella degli altri paesi cadorini sono rimaste molto simili. Gli stemmi peraltro presentano delle analogie: due torri incatenano un pino (stemma del Cadore); due pini incatenano una torre (stemma dell’Ampezzano).
Anche Sappada, alla testa della valle del Piave, conserva una propria peculiarità storica e linguistica rispetto al resto del Cadore: la sua parlata autoctona non è ladina, ma carinziana; e la sua aggregazione al resto della regione è avvenuta solo nel XIX secolo, anche se, al tempo dei Da Camino faceva parte dei loro domini (A. Ronzon).
Il Cadore viene generalmente suddiviso nei seguenti sub-territori:
- il Comelico (unito alla Val d’Ansiei dal Passo di Monte Zovo e dalla galleria Comelico),
- Sappada,
- il Centro Cadore con l’Oltrepiave,
- la Val Boite con l’Oltrechiusa e in passato l’Oltremonti.
Il territorio è attraversato dalla Via Alpina (itinerario giallo) e da alcune delle più conosciute Alte Vie delle Dolomiti.
L’Alta via n. 1 (la classica) e la n. 3 (dei camosci) attraversano l’Oltrechiusa e l’Ampezzano. L’Alta via n. 4 (di Grohmann) e la n. 5 (di Tiziano) il Cento Cadore e il Comelico, l’Alta via n. 6 (dei silenzi) Sappada e l’Oltrepiave.
Da segnalare anche alcune famose Vie Ferrate:
- La Via ferrata Alfonso Vandelli sul gruppo del Sorapiss
- Il Sentiero attrezzato Aldo Bonacossa sul gruppo dei Cadini di Misurina
- La Strada degli Alpini sul gruppo del Popera
- La Via ferrata De Luca-Innerkofler sul gruppo del Paterno
Le parlate sono tutte di ceppo ladino (vedi la variante del dialetto ladino cadorino), lingua tutelata dalla legge 482/99, ad eccezione del sappadino, dialetto germanofono.
L’Istituto Ladin de la Dolomites ha per finalità la promozione e la valorizzazione della parlata e della cultura ladina.
La Magnifica Comunità, istituzione che affonda le sue radici nel Medioevo, erede della storia unitaria della regione, delle sue esperienze di autogoverno e dei valori tradizionali espressi dalle genti cadorine costituisce, ancor oggi, un punto di riferimento delle realtà istituzionali e sociali operanti nel territorio.
La Magnifica Comunità di Cadore, dal XIV secolo, fu la principale istituzione pubblica del Cadore. Si reggeva sull’osservanza degli Statuti cadorini e in essa vi erano rappresentati i dieci centenari (suddivisione territoriale amministrativa), composti dall’ unione di Regole (comunità di villaggio).
Attualmente raggruppa tutti i comuni del Cadore, con finalità di conservazione dell’identita culturale della regione e delle sue risorse ambientali; Cortina d’Ampezzo tuttavia, per la sua lunga passata appartenenza al Tirolo, se ne auto-esclude, pur se la Magnifica ne ha conservato il seggio.
Dal 1953 la Magnifica Comunità di Cadore è editrice del mensile Il Cadore[4], periodico che dà voce alle istanze del territorio continuando una tradizione nata con la prima pubblicazione nel 1868.
Approfondisci >>>
(Fonte testo e immagini: wikipedia.org)
Links:
– Nuovo Cadore >>>
– Comunità Montana Cadore Longaronese Zoldo >>>
– Comunità Montana Centro Cadore >>>
– Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi >>>
– Museo delle Nuvole >>>
– La Grande Guerra in Cadore >>>