Burano
Burano è un insieme di isole della laguna di Venezia settentrionale, su cui sorge l’omonimo abitato.
È collegata da un ponte all’isola di Mazzorbo, che ne è divenuta una sorta di appendice.
Nota per le sue tipiche case vivacemente colorate, ma anche per la secolare lavorazione artigianale dei merletti e per le tradizioni gastronomiche (tipici dolci sono i bussolai).
Burano appartiene alla municipalità di Venezia-Murano-Burano. Fino al 2005 l’ex quartiere Burano comprendeva, oltre a Burano, Torcello, Mazzorbetto, Mazzorbo oltre a isole minori.
Burano sorge nella Laguna Veneta settentrionale, a nord-est di Murano, ed è a questa collegata tramite il percorso navigabile canale Bisatto-canale Carbonera-scomenzera San Giacomo. Attorno si estendono alcune formazioni palustri, in particolare la palude di Santa Caterina, a sud-ovest, e la palude di Burano, a sud est.
A nord è lambita dal canale dei Borgognoni-canale di Burano, con cui si raggiunte Treporti (a sud) e Torcello (a nord). Subito ad ovest si trova invece Mazzorbo, alla quale è unita tramite un ponte.
È costituita da quattro isole separate da tre canali interni, che sono
- il rio Pontinello,
- il rio Giudecca
- e il rio Terranova.
Analogamente a Venezia, è divisa in cinque sestieri, distinti appunto dai suddetti canali, sui quali si basa la codifica degli indirizzi:
- San Mauro
- Giudecca
- San Martino Sinistra
- San Martino Destra
- Terranova
La tradizione vorrebbe che Burano fosse stata fondata, come i centri dei dintorni, dagli abitanti della città romana di Altino che si erano rifugiati in laguna per sfuggire alle invasioni barbariche, in particolare agli Unni di Attila e ai Longobardi.
La prima attestazione documentaria, comunque, risale all’840 quando nel Pactum Lotharii viene citata – al genitivo – Burani.
Le prime abitazioni erano poste su palafitte con le pareti fatte di canne e fango e solo a partire dall’anno Mille furono costruite case in mattoni.
Burano poteva godere anche di un clima mite e salubre grazie ad una certa ventilazione che allontanava la malaria.
Il governo locale, di tipo comunale, cadde ben presto sotto l’orbita di Venezia a cui rimase sempre legata.
Fu comune autonomo sino al 1923, anno in cui fu aggregata a Venezia con Murano e Pellestrina.
Il suo territorio si estendeva anche sull’attuale Cavallino-Treporti e sulle isole di Mazzorbo, Torcello, Santa Cristina, Montiron, La Cura, San Francesco del Deserto.
Le origini del nome
Il toponimo dovrebbe essere un prediale riferito al nome di un proprietario terriero, tale Bu(r)rius o Borius.
È infatti probabile che anticamente l’isola, potendo contare su una superficie molto più estesa dell’attuale, avesse caratteri rurali.
Analogamente a Murano e a Torcello, la tradizione lo fa derivare da una presunta porta di Altino, quella detta Boreana perché rivolta verso nord (da bora).
Fonte: wikipedia
I colori di Burano e le sue case colorate
Tutti i visitatori di Burano rimangono affascinati dai suoi mille colori e dalle case colorate che si riflettono nelle acque verdi dei canali, dal Campanile storto, dalla tranquillità e dalla calma con cui le anziane signore ricamano con il loro tombolo mentre, tra di loro, ridono e chiacchierano nei campielli. Sembra di essere in paradiso, bambini che sfrecciano liberi con la loro bicicletta, balconi variopinti dai fiori più belli, pescatori che issano il pesce fresco appena pescato dalle loro tipiche imbarcazioni.
Appena si scende dal vaporetto actv ci si trova in un verde prato dove è posta una solenne scultura dell’artista buranello Remigio Barbaro, poi proseguendo ci si immerge nelle rive che portano alla via principale. Arrivati nella Piazza Galuppi, l’unica dell’isola, le gentili signore, proprietarie dei negozi, invitano il turista più curioso ad andare ad ammirare la lavorazione del merletto, poi se si ha bisogno di refrigerio ci si può accomodare in una tipica trattoria buranella dove si può mangiare del buonissimo pesce fresco. Se non si ha il tempo di fare una lunga sosta si può prendere in un bar un gelato al volo o un dolcetto tipico dell’isola (tra i migliori il “Bussolà”) in una pasticceria e gustarlo fino ad arrivare alla fine della Piazza Galuppi dove è situata la Chiesa di San Martino Vescovo. All’interno di essa, oltre a molte altre importanti opere, si trova una famosa tela di Gian Battista Tiepolo e al fianco della Chiesa si erge la Cappella di Santa Barbara.
Sempre nella stessa piazzetta si trova il museo del Merletto, il Palazzo del Municipio, il pozzo fatto interamente in pietra d’Istria e la statua di Baldassarre Galuppi eseguita da Remigio Barbaro, noto scultore buranello.
Rimanendo nella piazzetta, accostate alla Chiesa, ci sono delle bancherelle che propongono ad ottimi prezzi souvenir dell’isola, prodotti tipici in vetro di Murano e maschere veneziane. Sempre in questa via tutti i mercoledì mattina si svolge il mercato dell’isola e non molto lontano da qui da non perdere è il mercato del pesce dove si possono vedere i tipici pesci della laguna Veneta.
Tra le viuzze di Burano si possono ammirare i vari capitelli posti all’entrata delle calli fino ad arrivare alla casa più famosa dell’isola: “la Casa di Bepi” dipinta con l’utilizzo di tutti i colori.
Le abitazioni tipiche dell’isola sono per lo più di forma quadrata e si dividono in due, tre piani. Al piano terra si trova la cucina, il tinello e i servizi, ai piani successivi le camere.
I colori diversi delle case, che oggi sono diventati la caratteristica principale dell’isola, una volta servivano a delimitare le proprietà. Esiste tuttavia una “leggenda” legata al carattere variopinto dell’isola, la quale narra che erano i pescatori a dipingere la propria casa, al fine di riconoscerla da lontano durante i lunghi periodi di assenza dovuti alla pesca.
Storia di Burano
Gli abitanti di Altino per sfuggire alle invasioni barbariche, si rifugiarono nelle varie isole della laguna, dando a queste i nomi delle sei porte della città: Murano, Mazzorbo, Burano, Torcello, Ammiana e Costanziaco, derivati appunto dai nomi delle porte di Altino.
Il nome Burano deriva dalla “Porta Boreana” chiamata così perchè posta a Nord-Est, direzione da cui soffia la bora.
Le prime abitazioni delle isole erano fatte di palafitte, con le pareti perimetrali costituite di canne intrecciate e successivamente intonacate con fango. Erano costruzioni molto leggere composte da un solo vano, perchè il terreno era molle. Il pavimento era in terra battuta e i letti erano fatti di foglie secche.
Successivamente questi “casoni” vennero sostituiti da costruzioni in mattoni e alcuni dei restanti furono utilizzati per le attività di pesca e caccia.
Esiste una scuola di pensiero la quale ipotizza che Burano non sia sorta dove si trova oggi. Alcuni antichi testi scrivono che l’isola era collocata più vicino al mare e che gli abitanti l’abbandonarono a causa delle forti correnti marine che allagavano la terra e a causa dei venti che la corrodevano.
Altri testi invece scrivono che Burano sia sempre stata dove risiede oggi e che abbia sempre goduto di un’ottima posizione geografica: sembra infatti che la continua ventilazione dell’isola sia riuscita a tenere lontana la malaria.
Fin dai tempi della Repubblica di Venezia, Burano con la sua modesta popolazione allora di circa 8.000 persone, era un’isola di povera gente che viveva soprattutto di pesca e di agricoltura. Grazie all’abilità delle merlettaie cominciò a crescere, ad arricchirsi e ad espandere l’artigianato locale anche nei paesi stranieri.
Il centro abitato di Burano si divide tutt’oggi in cinque frazioni collegate da ponti: San Martino Destro, San Martino Sinistro, San Mauro, Giucecca e Terranova che sono separate tra loro dai rispettivi canali: Rio Ponticello, Rio Zuecca e Rio Terranova.
L’ultima modifica morfologica apportata all’isola consiste nell’interramento del canale principale al fine di ottenere la piazza, la quale porta il nome del noto musicista Baldassarre Galuppi.
Fonte: Isola di Burano