Longarone
La cittadina è tristemente nota perché venne completamente distrutta dal disastro del Vajont del 9 ottobre 1963.
Quella che è oggi l’urbanità di Longarone, prende matrice da un Piano Particolareggiato, approvato nel 1965.
Fu il primo piano urbanistico a seguito del disastro del Vajont, caratterizzato da un risultato finale di matrice tradizionale.
L’iniziale Piano Urbanistico di Giuseppe Samonà e del suo gruppo multidisciplinare, comprendente un ambito geografico di ventinove comuni, dagli aspetti tipicamente modernisti e impregnato di nozioni lecorbusieriane, viene limato nei suoi aspetti più innovativi, fino ad assumere una decisa impronta tradizionale e limitato alla sola Longarone.
L’approvazione del Piano passa attraverso uno scontro con il comitato superstiti che si oppone a ogni tentativo modernista, proponendo di contro una ricostruzione dello stato precedente il disastro, con moduli e materiali tipicamente alpino-locali. Il comitato ha una forza tale da portare l’amministrazione ad avocare a sé il sistema edilizio da innestare sul Piano, lasciando a Samonà l’incarico di redazione del solo Piano. Il nuovo incarico di studio del sistema edilizio viene conferito a Gianni Avon e Francesco Tentori che attraverso metodi di analisi e ricerca locale, quali sondaggi casa per casa, riescono a proporre un innesto tradizionale, frammentando i blocchi di Samonà in edifici più piccoli quali case a schiera e mantenendo un profilo tradizionale nei punti storicamente più significativi, come in Via Roma.
Nel dicembre 1959 la cittadina diede vita alla prima Fiera del Gelato: oggi Longarone è la sede della Mostra Internazionale del Gelato Artigianale (MIG).
Questo anche grazie alla tradizione ultracentenaria delle storiche famiglie di gelatieri che, dai comuni delle valli limitrofe di Zoldo Alto, Forno di Zoldo e Zoppè di Cadore, hanno contribuito in maniera determinante a far conoscere il gelato artigianale tradizionale italiano in Italia, Germania, Austria, Olanda e nel mondo intero.
Fonte: wikipedia
Dal sito Mostra Internazionale del Gelato
Longarone, città nota per il disastro del Vajont (la diga è a 7 km dal Quartiere Fieristico), è un crocevia di vallate all’imbocco del Cadore e della Val di Zoldo, terre di origine della gran parte dei gelatieri artigiani bellunesi e tra i più suggestivi scenari delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità Unesco. Cortina d’Ampezzo, la regina delle Dolomiti, è a meno di 50 km, collegata dalla Strada Statale n. 51 di Alemagna; le Tre Cime di Lavaredo, paradiso dei rocciatori, alla stessa distanza. La Val di Zoldo, con il famoso comprensorio sciistico del Civetta e l’incomparabile bellezza del Monte Pelmo, si apre proprio su Longarone.
In venti minuti di auto, verso il Cadore, si raggiunge Pieve di Cadore, “città d’arte” per la ricchezza del suo patrimonio storico, artistico e ambientale, e “città murata del Veneto” nonché città natale di Tiziano Vecellio.
Nello stesso tempo, scendendo verso la pianura, si arriva a Belluno, capoluogo della Provincia: chiamata anche “Piccola Venezia di montagna”, ha un suggestivo borgo centrale costruito su una terrazza rocciosa sopra la confluenza del torrente Ardo nel Piave.
A poco meno di un’ora da Longarone, anche Feltre: dalla città vecchia, con la cinquecentesca Piazza Maggiore e i suoi palazzi rinascimentali, si diramano strade e viuzze su cui si affacciano palazzi affrescati, eleganti bifore, poggioli in pietra traforata e scorci urbani di rara bellezza.
Da Longarone poi si raggiunge velocemente anche Venezia: in un’ora di autostrada si arriva direttamente ai parcheggi del Tronchetto o a quelli di piazzale Roma, da dove partono gli itinerari turistici di visita della città. Lungo questo tratto di autostrada anche le città di Vittorio Veneto, Conegliano e Treviso, centri industriali e commerciali di grande rilievo e allo stesso tempo mète turistiche di valore internazionale.
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