Isola della Scala
Isola della Scala è un comune della provincia di Verona.
Dista 19 chilometri da Verona. Rispetto al capoluogo è in posizione sud. Fa parte del bacino idrografico del Tartaro.
Nel periodo romano le paludi del fiume Tartaro, che occupavano la parte meridionale del territorio, erano molto estese così da procurarne l’isolamento dai villaggi e contrade circostanti. Di qui il nome di Insula Cenensis.
I primi insediamenti risalgono all’età del Bronzo, che si sono ampliati durante la dominazione romana e con la costruzione della via Claudia Augusta. Nel periodo medievale si registra l’insediamento di monasteri benedettini, che lavorarono alla bonifica del territorio agricolo. In epoca comunale il territorio appartenne quasi interamente ai conti Bonifacio di Verona e fu chiamato “Isola dei Conti”.
Nel XIII secolo il paese venne assoggettato dagli Scaligeri, i quali rafforzarono le difese sul fiume Tartaro. Con gli Scaligeri il territorio assunse il nome definitivo di “Isola della Scala”.
Con la conquista della Serenissima Repubblica di Venezia ci fu l’insediamento di molte famiglie veneziane, che provvidero alla costruzione di opere di idraulica e d’arte. Lo stesso nome fu mutato in “Isola di San Marco”, ma non ebbe molta sorte nell’uso perché gli abitanti della cittadina rimasero sempre legati all’antico nome sin da ripristinarlo al tramonto della dominazione. In quel periodo tuttavia le paludi furono bonificate e dal XVII secolo fu introdotta la coltivazione del riso. Durante il periodo napoleonico, Isola della Scala perse la sua autonomia, a favore del distretto di Villafranca, ma tornò ad un ruolo di primo piano con la dominazione Austriaca.
Pile da riso
Pila Vecia – XVII secolo, da documenti dell’Archivio di Stato di Venezia, risulta che la richiesta per poter costruire la pila fu inoltrata alla Serenissima il 26 aprile 1644 da Domenico Cristato, latifondiere del tempo, e che nel 1656 essa era già da tempo funzionante. Nel corso dei secoli diverse famiglie del patriziato veneto si susseguirono nella conduzione della Pila Vecia. Durante la seconda Guerra mondiale, fu risparmiata dai bombardamenti dell’aviazione alleata, probabilmente perché vicina ad un campo di prigionieri inglesi. Per questa ragione, una quindicina di famiglie rimaste senza abitazione si rifugiarono alla Pila, trasferendo qui le loro attività quotidiane. Nacque così una piccola comunità, ricordata come Piccola Italia. La grande ruota a pale, di 7,5 metri di diametro, azionata dall’acqua della Fossa Zenobia, è ancora intatta e funzionante, così come lo sono le 9 pile ricavate in un blocco unico di marmo rosso di Verona ed i relativi pestelli, che con il loro movimento ritmico liberano il risone dalla pula. Nel secondo dopoguerra, ai secolari cinematismi sono stati aggiunti macchinari mossi dall’energia elettrica.
Fonte: wikipedia
Links:
Dal sito: Proloco Basso Veronese
Nel locale museo sono esposti i reperti dell’età del bronzo rinvenuti sulle sponde del Tartaro.
A parte i manufatti funebri scoperti a Pellegrina, più rare le tracce degli insediamenti romani, probabilmente dislocati lungo la via consolare Claudio- Augusta, oggi statale Abetone- Brennero.
La località è denominata in successione Isola Nova intorno al mille, “Insula Cenensis”, circondata cioè da boschi e paludi negli atti notarili del 1145, Isola dei conti Sanbonifacio, Isola della Scala sotto gli scaligeri e “Isola di S. Marco” per i veneziani, mentre gli abitanti continuano a preferire la penultima denominazione.
A partire dal Duecento incominciano ad essere coltivati i primi vasti appezzamenti di terreno, intorno ai quali nei secoli successivi sorgono possenti fortificazioni. All’inizio del ‘500il paese è teatro degli scontri della Lega di Cambrai, il secolo successivo si trova alle dipendenze di Vigasio e nell’ottocento nel distretto di Villafranca, mentre inalterato nel tempo resta il ritmo della vita delle corti rurali, immerse nei vasti latifondi e circondate da eleganti ville patrizie.