Città di Marostica
Si trova nella provincia di Vicenza, è la città della Partita a Scacchi.
Correva l’anno 1454, Marostica era una delle fedelissime della Repubblica di Venezia, due nobile si innamorarono della bella Lionora figlia del castellano Taddeo Parisio.
I due nobili guerrieri erano Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara e si sfidarono a duello.
Marostica si trova nella fascia Pedemontana che si estende dall’Astico al Brenta. Sulle sue colline si coltivano la vite, il ciliegio e l’olivo.
Arrivando da Vicenza appare alla vista con la sua cinta di mura, che sale lungo i pendii del colle Pausolino racchiudendolo insieme alla pianura sottostante ed unendo i due castelli, il Castello Inferiore ed il Castello Superiore.
La posizione, favorevole e mite, incentivò l’insediamento dell’uomo sin dai tempi della preistoria. Ed infatti, sono stati ritrovati numerosi reperti (cocci, frammenti di vaso), per lo più sul Pauso, di epoca pre-romana; senza dimenticare l’importante testimonianza paleoveneta della vicina necropoli di Angarano che risale ai secoli XIII – VII avanti Cristo.
L’aspetto attuale è quello, dunque, di città murata, ma la costruzione delle mura risale a molto tempo fa, all’epoca degli Scaligeri la cui dominazione coprì il periodo che intercorse tra l’anno 1311 e l’anno 1387.
Era l’Aprile del 1311, quando Cangrande della Scala sottrasse il territorio vicentino dalla “custodia” padovana, ed iniziò il processo di ridefinizione urbanistica.
Il cuore di Marostica sino ad allora era situato nel Borgo di origine romana e medievale, con gli Scaligeri fu spostato nell’attuale centro all’interno delle mura. La costruzione di queste ebbe inizio il 1° Marzo 1372 da parte di Cansignorio.
Le mura sono intervallate da torresini, e l’insieme è armonioso e trova grande equilibrio con il paesaggio circostante.
Quattro sono le porte che permettono di accedere al centro storico caratterizzato dalla Piazza degli Scacchi con la grande scacchiera:
– la Vicentina a Sud – la Breganzina ad Ovest – la Bassanese ad Est – la Porta del Castello Superiore a Nord.
Lungo le mura ci sono dei camminamenti, gli stessi che in epoca antica permettevano un servizio di guardia sempre pronto ed efficiente.
Tra il 1934 e 1935, nel versante Sud fu praticata una nuova apertura, al fine di agevolare l’accesso alla stazione ferroviaria.
Marostica è una piccola cittadina decisamente squisita, il panorama circostante è bello e rilassante, la sola sua Piazza degli Scacchi vale una visita.
Marostica è caratterizzata da due castelli: il Castello Inferiore e il Castello Superiore.
La costruzione di entrambi iniziò dopo l’anno 1312, quindi dopo la conquista da parte degli Scaligeri.
Il Castello Inferiore, detto anche Castello da Basso, presenta le caratteristiche del tipico castello-recinto, la pianta è rettangolare, è tutto merlato e sorge a ridosso dell’imponente mastio. Lo stile è sicuramente quello dell’architettura medievale.
Il bello di questo castello è che lo troviamo lì, nel centro storico di Marostica, domina la Piazza degli Scacchi.
Il Castello Superiore sorge su una torre di ben più lunga storia.
Sul punto più alto del colle Pausolino fu costruita, in epoca romana, una fortificazione che a Sud controllava la via da Vicenza, ad Est la via di Bassano ed ad Ovest quella di Breganze. La stessa costruzione fu utilizzata anche in epoca medievale, ed infatti documenti storici riportano che nel 1262 sul colle esisteva una torre “tribus spondis”.
E’ sulla stessa torre che Cangrande della Scala fece costruire il Castello Superiore, a base quadrata con quattro torresini ai lati ed una grande torre centrale. Al suo interno si può ancora vedere il vecchio pozzo, ma oltre a questo sorgeva anche un mulino ed una chiesa.
LA PARTITA A SCACCHI
Era la seconda Domenica del mese di Settembre dell’anno 1454, quando si giocò la Partita a Scacchi tra due nobili signori, Rinaldo d’ Angarano e Vieri da Vallonara e tutto per la bella Lionora.
Lionora era figlia di Taddeo Parisio, Castellano di Marostica, e di lei erano innamorati due nobili signori e guerrieri, Rinaldo d’ Angarano e Vieri da Vallonara. Una storia d’amore, dunque, ma anche di scontri cavallereschi, di sfide e di nobiltà.
I due signori avrebbero voluto, seguendo la tradizione, porre termine alla contesa sfidandosi a duello, ma in quel periodo la Repubblica Serenissima di Venezia aveva proibito ogni forma di duello, ed il Castellano non intendeva permettere scontri non leciti.
Taddeo Parisio, padre di Lionora, ebbe un’idea: la contesa doveva essere risolta con una sfida al nobile gioco degli scacchi.
Il vincitore avrebbe avuto in sposa la tanto sospirata Lionora. Lo sconfitto avrebbe in ogni caso avuto la possibilità di entrare nel ramo di parentela del Castellano di Marostica, sposando la figlia minore Oldrada.
Si dice che con tale idea, il Castellano intendesse, in realtà, evitare di creare scontento in uno dei due signori.
L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da Basso, a pezzi grandi e vivi, armati e segnati delle nobili insegne dei bianchi e neri in presenza del Castellano, della sua nobile figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili e del popolo tutto.
Taddeo volle anche che la disfida fosse onorata da una mostra in campo di uomini d’arme, fanti e cavalieri, fuochi e luminarie, danze e suoni.
Scesero, quindi, nella piazza gli armati: arceri, balestrieri, alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri. Seguiti dal Castellano con la sua nobile corte: Lionora trepidante e segretamente innamorata di uno dei due contendenti, la fedele nutrice.
Ed ancora… dame, gentiluomini, l’araldo, il capitano d’armi, falconieri, paggi e damigelle, vessilliferi, musici, massere e borghigiani.
E per finire i bianchi e i neri con Re e Regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni ed ovviamente i due contendenti che ordinano le mosse.
Nel frattempo si era diffusa voce riguardo lo scontro, così in quella lontana seconda Domenica di Settembre del 1454, furono molti ad accorrere per assistere alla mostra in campo ed alla pubblica partita.
Vieri da Vallonara risultò vincitore e sposo di Lionora, mentre Rinaldo ebbe in sposa la giovane Oldrada.
Una partita di scacchi passata alla storia, dunque riproposta per la prima volta nel 1923 dal Prof. Francesco Pozza, ed in seguito nel 1954, su proposta e direzione di MirKo Vucetich.
Ogni due anni, solo negli anni pari, la partita a scacchi torna a vivere e l’espressione è quella più appropriata.
Infatti, sulla splendida scacchiera lastricata, che occupa il centro della Piazza, i pezzi sono viventi, cavalli compresi.
La Partita a Scacchi è sempre la stessa, le mosse sono quelle fatte da Rinaldo e Vieri, annunciate dalla voce di un araldo ed eseguite dai pezzi viventi con eleganza tra un riquadro e l’altro della scacchiera.
Ma, se le mosse sono sempre uguali, lo spettacolo che accompagna l’avvenimento ha sempre qualche novità. Le sfilate dei cortei in costumi rigorosamente quattrocenteschi, con balestrieri ed alabardieri, riportano a respirare l’atmosfera romantica ed affascinante dei tempi lontani. Fondamentale la coreografia, e per quanto riguarda le scene il centro di Marostica fa da cornice insostituibile.
I figuranti che sfilano sono oltre 550, lo spettacolo dura circa due ore, ed i comando alle milizie sono impartiti in lingua della Serenissima Repubblica di Venezia.
I costumi d’epoca si possono vedere visitando l’esposizione permanente nella sala Ovest del loggiato superiore del Castello Inferiore.
IL DOGLIONE
Ora è la sede della Biblioteca Civica “P. Alpini”, ma la sua è una lunga storia … a partire dal medioevo.
Del Doglione si trovano tracce scritte in un documento che risale al 1218, quando Marostica fu ceduta a Vicenza da parte di Ezzelino il Monaco.
Conosciuto anche con il nome di Rocca di Mezzo, nel corso del secolo XIII la sua esclusiva funzione era quella di casello daziario, sia per le merci che entravano in Marostica che per quelle che vi transitavano.
Infatti, all’epoca la via, che oggi porta il nome di corso Mazzini, era la strada di principale, e passava attraverso all’attuale centro storico, all’epoca il centro del paese era nel Borgo.
La sua importanza diminuisce sotto la dominazione Scaligera, occupata alla riorganizzazione urbanistica ed alla costruzione dei due Castelli.
Con l’età Veneziana, però, il Doglione ritrova orgoglio ed importanza per lungo tempo, infatti la dominazione Veneziana va dal 1404 al 1797.
Nel corso di questo periodo al suo interno trovano posto:
– la Cancelleria – l’archivio dei protocolli – il Monte di Pietà – l’armeria.
Quest’ultima è da ritenersi particolarmente importante, basti considerare il fatto che erano custodite lì ben 700 armature, che venivano usate per le esercitazioni militari in Campo Marzio.