Castello Roccabruna di Fornace
Si erge sul Dosso di Fornace, in Val di Cembra, oggi sede del Municipio e visitabile in orario di ufficio.
Nel 1462 Giacomo di Roccabruna decise di ricostruire una casa dei possedimenti famigliari, sul Dosso di Fornace nel 1566 i suoi pronipoti Girolamo e Giacomo lo modificarono in stile rinascimentale.
Gli ultimi interventi di restauro hanno posto in rilievo le cornici bugnate, importante testimonianza dell’architettura rinascimentale del primo cinquecento italiano.
Tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, la vicina chiesa di San Martino è stata ingrandita, diminuendo lo spazio del castello.
I lavori furono effettuati usando i materiali del castello stesso, comprese le stesse campane del campanile. Quindi, quanto oggi vediamo è solo la parte sud orientale del castello.
Dal 1979 la Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione anche con l’Associazione Castelli del Trentino, ha provveduto ad accurati lavori di restauro, e portato alla luce vari oggetti, reperti di guerra, vetri, ceramiche decorate, monete ed altro ancora.
Castello Roccabruna
Piazza Castello, 1
38040 Fornace
+39 (0461) 849023
+39 (0461) 557028 – ApT Pinè e Valle di Cembra
I più antichi documenti relativi al castello sono del 1191 e 1198, nei quali viene nominata la torre di Fornace. Primo Signore fu probabilmente Orlandino artefice di questa costruzione realizzata forse assieme ai figli Pegorarius e Wilielmus che pure si fregiano dell’appellativo di signori di Roccabruna. Si può a ragione supporre che in origine si trattasse di una torre fortificata, come la maggior parte degli insediamenti di questo tipo nel Trentino, attorno alla quale successivamente si sono costruite le mura difensive, assumendo i connotati di rocca. Nel 1424 nell’investitura concessa dal Principe Vescovo Alessandro di Marzovia a Cristoforo e Antonio Roccabruna, l’edificio è citato nuovamente quale castello di Fornace. La ricostruzione fu attuata presumibilmente attorno alla prima metà del Quattrocento e ciò sembra confermato dalla presenza di alcuni elementi architettonici messi in luce durante i lavori di restauro. Da questi però non è possibile ricostruire una attendibile immagine del castello. Si tratta di alcuni ampi archi al piano terra lungo il muro interno del portico, tracce di finestre dai contorni in pietra arenaria gialla che si trovano collocati in corrispondenza degli attuali solai e leggibili sia nella parte interna che sulle murature esterne e che denunciano una diversa quota dei solai originari.
È agli inizi della seconda metà del Cinquecento che il castello di Fornace assume una certa rilevanza nell’ambito dell’architettura rinascimentale trentina. Dei due fratelli autori della ricostruzione del castello di Fornace Giacomo è il più giovane ed è menzionato la prima volta in documenti del 1535; nel 1549 succede allo zio Ambrogio (+ 1557) quale capitano di castel Selva, nel 1593 stese il suo testamento e nello stesso anno il figlio lo sostituisce quale capitano di castel Selva. Dei due fratelli Giacomo ebbe senza dubbio minore incisività rispetto a Gerolamo in merito all’erezione del castello di Fornace. Gerolamo Roccabruna nacque il 21 luglio 1525. Nel 1548 era chierico ed in qualità di famigliare accompagnò il cardinal Cristoforo Madruzzo in Spagna, il 19 agosto 1549 ed ottenne la parrocchia di Fondo, nel 1551 fu eletto canonico della cattedrale di Trento. Il 13 luglio 1599 muore e viene sepolto nella navata settentrionale del Duomo di Trento, tomba asportata assieme a tutte le altre nel 1893, ed è oggi conservata nello stabile di don Felice Sardigna alle Novaline. La più antica riproduzione del castello cinquecentesco di Fornace è un disegno a penna del XVII secolo conservato nell’archivio dei Conti Trapp pubblicato dall’Ausserer nel suo volume su Pergine e dal Rasmo.
Nel 1565, Antonio Melotto, maestro muratore, fabbricò la torre del castello per 613 ragnesi secondo quanto riporta il Weber, confermando che i lavori intrapresi dai fratelli Gerolamo e Giacomo si protrarrono per diversi anni. Come ricordato anche nelle lapidi murate nel prospetto del castello, i fratelli Roccabruna Gerolamo, canonico di Trento e Bressanone e Giacomo, capitano del castello di Selva, ristrutturarono l’edificio nel 1566 per opera dell’architetto Giovanni Antonio di Laino di Telvi. La ricostruzione del castello di Fornace si estese a tutto il dos area del vecchio recinto e risultò una mediazione fra forme architettoniche ancora medioevali ed il nuovo spirito rinascimentale espresse in modo particolare nel cortile d’onore e nel bel portale in pietra a bugnato e nelle finestre con fasciatura rustica, espressione del gusto estetico dei nuovi tempi. È probabile che i Longobardi e franchi fortificarono la cima del Doss Trento, punto strategico di collegamento tra la Valsugana e la Valle dell’Adige, e da questi primi apprestamenti difensivi si sarebbe evoluto il successivo castello di Fornace, feudo della famiglia Roccabruna.
Il maniero fu rimaneggiato una prima volta nel 1462 da Giacomo Giovanni de Roccabruna e un secolo dopo venne ricostruito secondo lo stile rinascimentale dei pronipoti Girolamo e Giacomo. Nel 1853 esso, divenuto nel frattempo proprietà dei conti Giovannelli, fu venduto al Comune, che dopo un’accurata ristrutturazione e valorizzazione durata quasi un decennio e conclusasi nel 1989, dal 24 maggio 1992 anni lo utilizzerà come sede municipale.
(fonte: wikipedia)